Prima di iniziare a leggere questo post vi consiglio di mettere come musica di sottofondo la canzone di Geoffrey Gurrumul Yunupingu, un cantante aborigeno non vedente: https://www.youtube.com/watch?v=lsLJVx2iswM dopodiché vi auguro una buona lettura…
L’OUTBACK AUSTRALIANO
Ci sono dei posti nel mondo che lasciano un ricordo indelebile, emozioni e brividi sulla pelle che fatico a descrivere. Uno di questi posti per me è stato l’Outback australiano.
L’Outback ti accoglie in silenzio con un cielo stellato mai incontrato prima e ti lascia andare via sempre in silenzio, chiuso in te stesso e con i tuoi pensieri. L’Outback è un posto che aiuta, chi lo vive senza andare nei resort a cinque stelle, ad entrare in contatto con la natura, gli animali e le paure più vive che risiedono in te. L’Outback aiuta a sprigionare le emozioni più forti e a farti sentire nudo e crudo di fronte alle tue paure più grandi. L’Outback ti fa scoprire posti meravigliosi, ammirare tramonti da favola e cieli stellati stupendi.
L’Outback in una sola parola è un viaggio unico al mondo.
Chi sceglie di vivere l’Outback come lo abbiamo vissuto noi, dormendo in un sacco a pelo (non nelle tende ma proprio per terra), a diretto contatto con la natura e gli animali intorno, cucinando il cibo sul fuoco come si faceva migliaia di anni fa, con solo lo stretto necessario in uno zaino per vivere questa esperienza al 100%, allora sa di cosa sto parlando.
LA MIA ESPERIENZA CON WAYOUTBACK
La prima notte sotto le stelle non ho dormite niente, ho pianto come una bimba impaurita perché prima di dormire le guide avvisano che giustamente si è in mezzo alla natura e c’è il rischio di incontrare dingos, ragni, millepiedi e serpenti… Nei pochi istanti successivi quando il buio era diventato un buio pesto perché nell’Outback non ci sono luci artificiali, ho pensato di aver sbagliato tutto, ho pensato che sarei probabilmente morta di qualcosa di terribile, punta da chissà quale animale. Avevo paura… e una persona quando ha paura immagina di tutto…
La seconda notte per me è andata meglio anche se i dingos sono arrivati per davvero ma si sono limitati ad annusarmi il sacco a pelo, anche se, devo essere sincera, questi animali non fanno del male, ma sono attirati piuttosto dall’odore del cibo…
A parte le paure per lo più insensate perché non è successo niente a nessuno, l’Outback mi ha lasciato tanto … a partire dai paesaggi incredibili, al profumo della terra rossa e dell’aria pura, dall’incontro con gli aborigeni, all’immensa gioia di addormentarsi (per modo di dire) con il buio naturale e svegliarsi con il suono del didgeridoo alla primissime luci dell’alba quando ancora tutto il resto del mondo dorme ancora…
L’Outback vissuto così non è per tutti, sono sincera, io ho pensato di non potercela fare, ma vi assicuro che se avrete il coraggio di prenotare un’esperienza simile al rientro dal viaggio sarete le persone più felici e soddisfatte del mondo, perché non ci sono più così tanti posti veri e naturali dove poter vivere un’esperienza così autentica e l’Australia offre questo in uno dei posti più belli di questa terra.
CONSIGLI VARI
Se prenotate questo tour lasciate a casa quanto di più inutile avete, portate solo una crema solare (protezione totale), zuccheri da prendere nel caso vi sentiati deboli, qui le temperature raggiungono i 40-45 gradi e i trekking sono abbastanza faticosi, un cappello per proteggervi dal sole e vestiti/scarpe comode per tre giorni. Lasciate a casa cuffie, kindle, vestiti costosi, orologi, lasciate a casa tutto il lusso a cui siamo abituati tutti i giorni perché qui il lusso è altro, qui il lusso è quello di potersi addormentare ammirando le stelle e di poter ascoltare i rumori della natura nel silenzio più totale.
E tutto questo non ha prezzo.
PICCOLA NOTA AGGIUNTIVA SULL’ORGANIZZAZIONE DEL TOUR
Noi abbiamo deciso di esplorare queste zone affidandoci a Wayoutback, un tour operator che organizza tour in tutta l’Australia, ma che è specializzato proprio in queste zone. Il tour “3 Day Ayers Rock Tour (Cockatoo)” è durato 3 giorni e 2 notti con partenza e ritorno da Alice Springs. Inutile dire che dopo soli tre giorni, tornare in albergo a Alice Springs regala una sensazione strana, ci si sente quasi inadeguati e spaesati.
VI CONSIGLIO UN LIBRO ♥
Una volta tornati a casa vi consiglio di leggere “E venne chiamata due cuori“ un libro di Marlo Morgan, che racconta proprio la straordinaria avventura di una donna nell’Outback, qui sopra vi ho messo il link del libro su Amazon dove potete leggere anche la trama.
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